lunedì 17 febbraio 2014

Vecchie amicizie

Le parole della mia amica Anna continuavano a risuonarmi in testa.
Aveva ragione quando diceva che mi ero lasciata troppo andare dopo la rottura con il mio ex, sei mesi prima. Era vero.
Secondo lei dovevo fare qualche pazzia, provare a non pensare e divertirmi, qualcosa che rompesse quest'apatia che mi aveva colpita. Riflettevo, mentre l'acqua fresca della doccia scivolava sul mio corpo nudo.
Non feci in tempo ad uscire dalla doccia che qualcuno bussò alla porta.
M'infilai l'accappatoio in tutta fretta.
-Arrivo!-, gridai.

Mi diressi in soggiorno, di corsa, cercando di non scivolare. La luce del sole filtrava tra le tende, calda solo come sa essere in un pomeriggio d'estate.
Aprii la porta, e mi trovai di fronte un ragazzo alto, che non conoscevo. Aveva dei grandi occhi scuri, e un sorriso che mi sembrava familiare. Mi strinsi nell'accappatoio, un po' in imbarazzo.
-Klara? Santo cielo, da quanto tempo!-
Io guardai il ragazzo un po' allibita e confusa. Come sapeva il mio nome?
-Scusa, ma non credo di conoscerti..-
Sorrise ancora di più.
-Sono Alex...l'amico di tuo fratello. Ricordi? Andavamo insieme al liceo e passavo i pomeriggi qui a casa vostra con lui a giocare ai videogiochi.-
D'un tratto ricordai. Ma certo! Erano passati degli anni, ma ora lo riconobbi. L'avevo visto l'ultima volta che aveva solo 16 anni, era un ragazzino. E ora, che di anni ne aveva 25 come mio fratello, solo il sorriso e gli occhi erano gli stessi. Per il resto era diventato alto, asciutto, non particolarmente bello ma di sicuro attraente.
-Oh santo cielo! Alex, ma certo! Perdonami, non ti avevo riconosciuto, è passata una vita...come stai?-
Lui disse che stava bene, e che era in città per qualche giorno. Aveva pensato di venire a trovare il suo vecchio amico, di fargli una sorpresa, per questo era lì.
-Claudio non vive più qui...per la verità, ora qui ci vivo solo io. I nostri genitori si sono trasferiti in toscana nella casa dei nonni, mentre lui vive dall'altra parte della città con la sua fidanzata. Al momento, la casa è rimasta a me e ci vivo io.-
-Oh, capisco..- disse lui -..bè, però, già che sono qui, mi fermo volentieri per un caffè e due chiacchiere. Se non disturbo, sia chiaro...-
Feci un passo indietro per invitarlo ad entrare.
-Non dire sciocchezze, non disturbi affatto, mi fa piacere! Mettiti pure comodo, mentre io vado a vestirmi. Fa come se fossi a casa tua.-
Alex entrò e chiusi la porta.
-Ti dispiace se uso un attimo il bagno?- chiese.
-No di certo, fai pure. Io intanto mi cambio.-
Lo vidi dirigersi verso il bagno, mentre io andai in camera. Tolsi l'accappatoio e lo gettai a terra, rimanendo completamente nuda. Aprii il cassetto del comò e presi un paio di mutandine che infilai in fretta. Afferrai anche un reggiseno, ma mentre lo indossavo mi voltai, e vidi Alex sulla soglia, che mi guardava. Aveva uno sguardo strano, profondo, serio. Non disse una parola.
Il reggiseno mi cadde di mano per la sorpresa, e mi coprii il seno con le mani. Mi sentivo terribilmente in imbarazzo, eppure non dissi niente. Il suo silenzio era magnetico, come il suo sguardo. E, per qualche strana ragione, quello stesso imbarazzo m'intrigava. Dopotutto, erano mesi che un uomo non mi guardava in quel modo, e un po' mi mancava. Dopo qualche istante che sembrò durare in eterno, lui sorrise appena.
-Perdonami...non avrei dovuto, ma ti ho vista e..non ho resistito.-
Scossi la testa.
-Non ti preoccupare, va tutto bene...-
Non sapevo che cosa sarebbe successo dopo, ma mi tornarono in mente le parole della mia amica. Così, qualunque cosa mi attendesse, avevo deciso che sarei stata al gioco. In più, quella tensione mi elettrizzava.
Alex fece qualche passo nella stanza.
-Posso darti una mano a scegliere cosa indossare?-
Io arrossii leggermente, ma annuii.
Lui andò verso l'armadio, lo aprì e iniziò a guardarci dentro. Spostava i vestiti appesi facendoli scorrere sull'asta, guardandoli attentamente. Dopo un paio di minuti fece la sua scelta. Tirò fuori dall'armadio un mini abito con una scollatura vertiginosa che non avevo mai indossato. Era un regalo del mio ex, ma per qualche ragione non me ne ero sbarazzata. Aveva ancora il cartellino attaccato, e Alex lo stacco con un gesto secco. Tolse l'abito dalla gruccia e me lo porse.
-Prova questo.-
Lo presi e lo infilai. Era molto aderente, quasi una seconda pelle, e fu faticoso entrarci dato che ero ancora un po' umida dalla doccia di prima. La gonna era molto corta, troppo per i miei gusti, e quello era il motivo principale per cui non l'avevo mai indossato. In più, la scollatura era molto profonda e metteva un po' troppo in risalto la mia quarta di seno. Si poteva vedere la forma dei miei capezzoli che premevano contro il tessuto sottile.
-Allora, che ne pensi?- chiesi un po' timidamente.
-Davanti ti sta un incanto. Prova a girarti.-
Mi voltai, dandogli la schiena. Mi sentivo imbarazzata ed eccitata allo stesso tempo.
-Piegati un po' in avanti..- disse ad un tratto.
-C..cosa..?-
-Fallo..- disse dolcemente.
Io obbedii.
L'abito, molto aderente, si sollevò, scoprendomi le natiche.
Alex si avvicinò.
-Puoi piegarti un pochino di più?-
Io non dissi nulla e mi piegai ancora, appoggiandomi con il busto al comò. Lo sentii fare qualche altro passo. Era dietro di me, sentivo il suo respiro e i suoi occhi che mi guardavano. Poco dopo, sentii anche le sue mani.
-Sei bellissima..- sussurrò.
Il cuore mi scoppiava nel petto. Sentivo le sue mani palparmi il sedere. Ci appoggiò il bacino e io potei sentire l'erezione che gli premeva nei pantaloni.
-Alex..-
-Klara...-
-E' da tanto che non....-
-Ssshhht...-
Prese l'elastico dei miei slip e li fece scivolare giù lungo le gambe, lasciandomi esposta al suo sguardo. Sapevo di essere bagnata, perchè quella situazione mi stava eccitando come non mi capitava da una vita. Sentii le sue dita indugiare tra le mie labbra bagnate e ansimai. Si piegò leggermente su di me fino ad arrivare al mio orecchio.
-Oggi ci penso io a te...so di cos'hai bisogno. Tu rilassati.-
Sfilò le mutande dalle mie caviglie e mi divaricò le gambe. Io ero ancora piegata a novanta, appoggiata al comò, e a causa della scollatura un seno era uscito fuori e premeva sul ripiano, con il capezzolo rosa duro e turgido.
Sentii le sue dita toccarmi tra le gambe, e poi all'improvviso due di esse entrarono dentro con un colpo secco.
-Ahh...!- gemetti.
Iniziò a penetrarmi con forza, lasciando scivolare le dita dentro e fuori sempre più rapidamente. Iniziai subito a godere, a provare un piacere incredibile come non ne provavo da mesi. Più mi penetrava, più mi eccitavo e colavo.
-Ti piace?-
-Oohh...oh dio mio, si...si..-
Gemevo e ansimavo, sempre piegata in avanti con il sedere per aria e le gambe divaricate. Dopo qualche minuto sfilò le dita, e con un gesto deciso mi fece alzare. Mi voltò, tirò fuori anche l'altro seno e inizio a toccarmi e pizzicarmi i capezzoli, mentre la sua lingua si faceva strada nella mia bocca. Quando si staccò dalle mie labbra, si abbassò a leccarmi i capezzoli, e io inarcai la schiena per il piacere. Mi stringeva forte il seno mentre con la lingua li stuzzicava. Li prendeva in bocca e li succhiava, poi li mordicchiava e tornava a succhiarli.
-Oddio...mi fai impazzire così...- gemetti.
Lui mi baciò di nuovo, poi mi sollevò prendendomi da sotto il sedere e mi mise seduta sul comò. Mi spalancò le gambe, tenendole aperte e ben salde con le sue mani, abbassò la testa e iniziò a leccarmi il clitoride, che per l'eccitazione si ergeva gonfio ed esposto tra le labbra aperte. Mi sembrò d'impazzire. Il tocco della sua lingua ruvida e bagnata mi dava scariche di piacere così forti che avevo la tentazione di chiudere le gambe, ovviamente senza riuscirci, dato che lui le teneva aperte ben salde. Potevo solo lasciarlo fare, permettergli di farmi impazzire.
Continuò a leccare per diversi minuti, con gesti rapidi e ampi della lingua. Il piacere stava diventando insopportabile, e i miei gemiti assomigliavano sempre di più a delle grida. Ad un tratto lui s'interruppe e mi guardò in viso.
-So che sei vicina...sei pronta? Perchè questi ultimi minuti ti faranno impazzire sul serio.-
Annuii, ero pronta. Sentivo di non riuscire più a sopportare, volevo scoppiare in un orgasmo.
Abbassò di nuovo la testa, e stavolta appoggiò la bocca socchiusa sul mio clitoride pulsante. Vi chiuse le labbra attorno, e iniziò a succhiarlo.
Lanciai un grido, e inarcai la schiena. Sentivo l'orgasmo più vicino che mai, e godevo così tanto da sapere con certezza che sarebbe stato un orgasmo devastante.
Dopo due minuti di quella tortura, venni. Gridai e ansimai con forza, mentre lui riprese a leccare leggermente per accompagnare quella scarica di piacere finale. Poi si alzò, si chinò su di me e mi baciò, mentre le mie gambe ancora mi tremavano e il mio respiro era pesante.
-Ora va meglio?- chiese sorridendo malizioso.
-Si...molto..- risposi.
Rimanemmo così per qualche minuto. Poi lui si alzò e io scesi dal mobile, ancora indolenzita. Gli guardai i pantaloni, e notai che la sua erezione era ancora lì, presente, che non accennava ad andarsene.
-Ora però è il mio turno...- dissi.
Gli slacciai i jeans e abbassai i boxer, ed eccolo lì, il suo cazzo eretto e duro, pulsante, la cappella gonfia e rossa per l'eccitazione. M'inginocchiai e presi a leccargliela, mentre con una mano afferrai l'asta e e iniziai a fargli una sega. Lo sentivo ansimare, così ad un tratto spalancai la bocca e lo feci scivolare tutto dentro, più che potei. Lui gemette di piacere e continuò a gemere mentre succhiavo sempre con più forza.
Succhiavo ininterrottamente da quasi 5 minuti, quando, gemendo, Alex m'interruppe. Mi tirò in piedi e mi sfilò il vestito, e io presi a spogliarlo mentre con le mani mi palpava i seni e mi pizzicava i capezzoli duri. Mi misi a carponi sul letto, alzai il sedere e di colpo lui mi penetrò fino in fondo, con foga. Gridai di piacere quando la sua mazza dura mi si piantò dentro con un colpo secco.
Iniziò a penetrarmi velocemente, a pecorina, tenendomi per il seno e tirandomi a sé ad ogni colpo. Io gemevo con forza, e gridavo senza ritegno, mentre i miei versi di piacere si univano ai suoi. Ricominciai a grondare, e i miei umori colavano sulle lenzuola pulite. Iniziò a schiaffeggiarmi sul sedere, uno schiaffo per ogni spinta, facendomi lanciare delle grida ad ogni schiaffo e facendomi diventare le natiche tutte rosse. Non era particolarmente doloroso, solo una leggera scossa che mi faceva eccitare ancora di più.
Ad un certo punto lo tirò fuori e mi girò di peso. Io mi alzai e iniziai a baciarlo con foga, la mia lingua che giocava con la sua e che gli leccava le labbra, mentre lui mi stringeva forte le natiche e ogni tanto gli assestava qualche altro schiaffo.
Mi lasciai cadere all'indietro, sdraiandomi sulla schiena. Spalancai le gambe tirandomele indietro con le mani, spalancando la mia vagina fradicia davanti a lui.
-Continua a scoparmi...- gli dico, guardandolo dritto negli occhi. Lui si morde il labbro inferiore e sorride malizioso.
-Ti scoperei all'infinito se potessi..-
Si fiondò sopra di me e di nuovo lo spinse dentro con un colpo secco e deciso, mozzandomi il fiato. Ricominciò a montarmi, sempre con più forza, accompagnando ogni colpo con un gemito rauco, indice dello sforzo fisico che stava compiendo sbattendomelo dentro a ritmo così serrato. Io gemevo e gridavo, e ogni volta che mi succhiava e mordeva un capezzolo mi sembrava di perdere la testa. Sentivo di essere vicina ad un altro orgasmo. Ed era vicino anche lui, lo capivo dai gemiti sempre più ravvicinati, dal suo sguardo e dalla sua espressione, il respiro che gli tremava. Sapevo che stava facendo uno sforzo per trattenere l'orgasmo che premeva per uscire.
Lo sfilò ancora una volta e mi mise a sedere. Scivolò dietro di me e si sedette appoggiando la schiena alla testata del letto. Io mi accovacciai sopra di lui, appoggiando la schiena al suo petto, puntando i piedi contro il materasso. Lui con le mani prese le mie labbra, le divaricò e mi sedetti sopra al suo cazzo duro ed eretto, facendolo penetrare fino in fondo. Iniziai a muovere il sedere su e giù, abbandonandomi indietro, contro il suo corpo, mentre lui con dei movimenti del bacino si aiutava per penetrarmi fino in fondo. Quella posizione mi stava facendo impazzire, perchè lui da dietro di me aveva il pieno controllo del mio corpo. Lo accarezzava, mi palpava con forza i seni, mi stuzzicava i capezzoli.
-Oddio...oddio, sto per venire..- gemetti.
Lui abbassò le mani fino alla mia figa aperta e fradicia, senza smettere per un istante di penetrarmi. Con una mano allargò le labbra e con due dita dell'altra iniziò a massaggiarmi il clitoride.
Inutile dire che vidi le stelle.
Diede ancora qualche altro colpo...tre, quattro, cinque, mentre le sue dita sfregavano il mio clitoride rapide e letali. Scoppiai in un orgasmo lanciando un grido così forte che temetti quasi di allarmare i vicini. Sollevai di colpo il bacino facendo scivolare il suo cazzo rapidamente fuori, e all'istante degli schizzi di liquido iniziarono a fuoriuscire dal mio buco ormai dilatato, al ritmo delle contrazioni. Le gambe tremavano. Mi lasciai andare contro il suo corpo gemendo e cercando di riprendere fiato. Dopo qualche secondo mi girai verso di lui, presi il suo cazzo tra le mani e iniziai a masturbarlo con foga. Gemeva con forza ogni volta che la mia mano arrivava a sfregargli la cappella. Durò più o meno un minuto, dopodichè scoppiò in un copioso orgasmo, schizzandomi tutto sul seno. Ci volle un po' prima che i suoi gemiti e i suoi respiri si calmassero.
Ci baciammo a lungo, molto più dolcemente di prima. Parlammo un po'. Di quanto fosse stato piacevolmente inatteso tutto questo, di quanto fosse stato bello ed eccitante. Mi chiese di uscire a cena quella sera. Un appuntamento, uno vero. Disse che era attratto da me fin da quando lui e mio fratello erano dei ragazzini brufolosi che frequentavano il liceo.
Gli dissi di si, e lo baciai di nuovo.
Mi alzai dal letto, presi l'accappatoio da terra per coprirmi, ma quando mi voltai vidi che Alex mi stava guardando, ed era di nuovo pronto. Il suo cazzo svettava duro e turgido, con la cappella che quasi gli toccava l'ombelico.
-Scusa..- disse sorridendo -Ma vederti nuda, lì in piedi davanti a me...bè...mi fa un certo effetto.-
Sorrisi a mia volta. Lasciai cadere di nuovo l'accappatoio a terra e tornai sul letto. Mi misi cavalcioni sopra di lui e sentii il suo cazzo penetrarmi di nuovo. Lo baciai, mentre le sue mani tornarono sulle mie natiche.
-Prima hai detto che mi scoperesti all'infinito...- gli sussurrai.
Lui annuì, guardandomi negli occhi, ansimando leggermente per l'eccitazione e perchè la mia vagina stringeva il suo cazzo in una morsa di piacere. Iniziai a muovermi sopra di lui leggermente, e il suo pene riprese a scivolare dentro e fuori.
Lo baciai e mi avvicinai al suo orecchio, mordendoglielo. Poi sussurrai di nuovo.
-Bene...perchè io non desidero altro che essere scopata all'infinito da te.-

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